Friday, December 28, 2007

[docenti, ricercatori] Lettera Aperta/ Open Letter

Dalla questione delle lezioni in inglese all'etica ed oltre

Lettera aperta alla comunità dei ricercatori e docenti@unimore dot it

Bologna/ Reggio Emilia, dicembre 2007

Cari/e colleghi/e

Ho seguito con interesse i vari interventi recentemente su queste due mailing liste, sia gli scambi intorno alla questione delle lezioni/ corsi in inglese (essendo di madrelingua inglese), che quelli sulla bozza girata a tutti per avviare una discussione sull'utilità o no di costruire un "Mission" e Codice Etico/ di Comportamento per il nostro Ateneo (essendo - orgogliosamente - tra le anime candide, con motivazioni fanciullesche e narcise, promotori di quest'ultimo progetto.
E' stata interessante ed utile leggere i diversi punti di vista con sono emersi nel corso di questi "dibattiti virtuali", tra i quali alcuni con commenti critici ragionevoli e suggerimenti costruttivi, altri con meno. Non posso altro che condividere lo maggior parte di questi punti di vista, particolarmente sui corsi in inglese. Ero particolarmente contento leggere i commenti dalla collega Patrizia Baraldi, chi aveva identificato e resi pubblici in modo preciso (e secondo me anche coraggioso) alcuni "punti di dolore" su settori d'impegno importanti per lo sviluppo e la gestione dei nostri rapporti istituzionali e scientifici con il resto del mondo:
i) il problema delle ore d'apertura, e della comunicazione agli studenti dell'offerta dei centri di lingua inglese; ii) l'abilità delle strutture di accogliere e ad amministrare studenti/ ricercatori stranieri, iii) il problema della traduzione di documenti a costi relativamente alti e iii) le pagine web dell'Università, dei dipartimenti ecc., che spesso non sono in inglese, e laddove il punto più "redentivo" in questo contesto generale erano le competenze linguistiche ed interpersonali del personale alla reception della Costellazione.

Leggere il resto della lettera:
http://cdm.unimo.it/home/dsscq/coppock.patrick/Lettera_Aperta.pdf

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From the question of lessons in English to ethics and beyond

Open letter to the community of university researchers and teachers@unimore dot it

Bologna/ Reggio Emilia, December 2007

Dear colleagues

I have followed with interest recently a number of messages on these mailing lists, both the series of exchanges on the issue of lessons/ courses in English (since my mother tongue is English) and those on the draft proposal forwarded recently to all members of the Athenaeum to stimulate discussion on the usefulness or not of developing a "Mission" and Code of Ethics/ Good Conduct for our university (since I am, proudly, one of those gentle spirits, with child-like, narcissistic motives who were promoters of this last mentioned project.)

It was interesting and useful to read the various points of view that emerged in the course of these "virtual debates", amongst these some offering reasonable critical comments and suggestions, others with less of the latter. Most of these points of view, especially those regarding courses taught in English, I have no difficulty in agreeing with. I was particularly pleased to read the comments of colleague Patrizia Baraldi, who identified and made public in a precise (and courageous, in my view) manner, some "sore points" evidenced by her in sectors of activity that are important for the development and management of our international and scientific relations with the rest of the world: i) the problem of the opening hours, and communication to students of courses offered by (English) language teaching centres, ii) the ability (or not) of our offices to accommodate and administer foreign students and researchers,
iii) the problem of translation of documents at relatively high cost and iii) the web pages of the University, Departments etc. often not in English; the most "redemptive" point in this general context being the linguistic and interpersonal competencies of reception staff at the Residence Constellazione.

Read the rest of the letter:
http://cdm.unimo.it/home/dsscq/coppock.patrick/Open_Letter_English.pdf

Tuesday, December 25, 2007

Christmas, Julen, Natale 2007

Dear friends and family
Kjære venner og familie
Cari amici e famiglie

All our best wishes to you for Christmas and the New Year, 2008!!
Alle våre beste hilsner a dere for Julen e det Nye Året, 2008!!
Tanti auguri per Natale e l'Anno Nuovo, 2008!!

Patrick & Patrizia

Thursday, November 22, 2007

Mozione: Ricercatori della Facoltà di Scienze UNIMORE 19.11.2007

Da Marina Cocchi, Facoltà di Scienze:

Vi allego la lettera che nella Facoltà di Scienze abbiamo fatto inserire ieri nelle comunicazioni e che riprenderemo come discussione nella prossima Facoltà.

Il nostro Preside sostiene però che la scheda dei carichi didattici (allegata) da noi incriminata per via della nota sulle ore minime di didattica frontale, sia stata mandata dal centro. Le schede che avete avuto dalle vostre Facoltà sono uguali?


saluti

Marina

Links:

Mozione 19.11.2007 in versione .pdf
Scheda Cariche Didattiche in versione .pdf
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Mozione Scienze 19.11.2007

Il nuovo regolamento didattico di Ateneo prevede (art. 32) che i Regolamenti di Facoltà, nell'ambito dell'impegno orario complessivo previsto dalla normativa vigente per le attività didattiche,stabilisca l'obbligatorietà di un numero minimo di ore di attività di insegnamento (lezioni, esercitazioni, ecc.) per i docenti e i Ricercatori. Per i ricercatori, come e' noto, un’attivita' didattica minima non e' prevista dalla L. 382/80, che al contrario, fissa un tetto massimo di ore di attività per le funzioni didattiche (non di insegnamento) e non permette il conferimento di corsi ai ricercatori. La possibilità di assegnare didattica frontale ai ricercatori, ancorché nella forma di supplenze o affidamenti gratuity, è iniziata con la sucessiva Legge 341/90 ma subordinata ad un esplicito loro consenso. La normativa vigente (Legge Moratti L. 230/2005), mantiene per i ricercatori l’impianto normativo precedente, ribadendo che l’affidamento di corsi richiede un esplicito consenso (art. 1 comma 11), e introduce un impegno minimo solamente per i professori di I e II fascia (120tp/80td ore di didattica frontale, art.1 comma 16), assunti dall'entrata in vigore della medesima.

Naturalmente l'Ateneo ha ben presente che l'attività frontale dei ricercatori è subordinata al loro esplicito consenso, dal momento che il Senato Accademico, nella seduta del 7 Feb 2006 ha deliberato che:

"Ai ricercatori possono essere affidati, con il loro consenso e fermo restando il rispettivo inquadramento e trattamento giuridico ed economico, corsi e moduli curricolari compatibilmente con la programmazione didattica definita dai competenti organi accademici, nonchè compiti di tutorato e di didattica integrativa".

I ricercatori del nostro Ateneo ritengono pertanto che questa norma sia in netto contrasto con la normativa vigente, illegittima e non rientri nell'autonomia dell'Ateneo, dal momento che configurerebbe una significativa variazione di diritti e doveri dei ricercatori, ovvero del loro status, che verrebbe addirittura a dipendere dalla specifica sede, quando non dalla specifica Facoltà.

I riceratori dell'Ateneo hanno attualmente in corso consultazioni con colleghi di altre sedi, con esperti di diritto e con i membri del CUN (una richiesta di chiarimento è stata anche inviata al Ministro Mussi e p.c. al Rettore) e chiederanno quanto prima agli organi di governo dell'Ateneo di non applicare questa norma e di emendare il Regolamento Didattico.

Nel frattempo, i rappresentanti dei Ricercatori in questa Facolta' invitano la Stessa a:

1) non tenere in nessun conto l'art. 32 di questa norma nei riguardi dei Ricercatori;
2) cancellare, l’indicazione di ottemperare ad un minimo di 80/100 ore di attività didattica dalla scheda dei carichi didattici, recentemente richiesta dalla Segreteria di Facolta' ed oggi in approvazione. Sottolineando che l’introduzione di questa nota nella scheda non è stata né motivata, nè oggetto di alcuna discussione in Facoltà.

Si ricorda infine che già nella seduta di questa Facoltà del 17-10-05 i Ricercatori (in concomitanza della ripresa della loro attività didattica dopo un periodo di sospensione per protesta) si erano espressi in merito ai carichi didattici chiedendo:

"l'individuazione di percorsi che possono portare ad una maggiore trasparenza sull'assegnazione dei corsi alla loro categoria. A tale scopo sono stati individuati alcuni PRIMI punti che possono essere riassunti come segue:

- Assegnazione dei corsi dapprima ai docenti di Prima e Seconda fascia
- Richiesta ai ricercatori del consenso scritto prima di procedere all'affidamento dei corsi
- Predisposizione di incentivi didattici che tengano maggior conto del carico dei ricercatori"

Ed avevano richiesto al Preside: "di farsi portavoce presso le altre Facoltà per una pressione congiunta in Senato sul problema della distribuzione dei carichi didattici e sulla revisione del regolamento in tema da sviluppare in modo coerente nell'autonomia del nostro Ateneo."

Dato l’esito, i Ricercatori chiedono che questa Facolta' individui ed approvi una modalita' per l'affidamento dei corsi che preveda una preventiva ed esplicita richiesta scritta di consenso all’inizio di ogni anno accademico.

Friday, November 02, 2007

Regolamento Didattico del Ateneo di Modena e Reggio Emilia e La Legge Italiana


Reggio Emilia, 30 ottobre 2007


All'on. Fabio Mussi,
Ministero dell'Università e della Ricerca
Piazza J. F. Kennedy n. 20
00144 Roma

Cc. a:

Prof. Gian Carlo Pellacani, Rettore, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
Prof. Guido Trombetti, Presidente, CRUI
Prof. Andrea Lenzi, Presidente, Consiglio Universitario Nazionale
Dott.Sergio Zilli, Membro, Giunta di Presidenza, Consiglio Universitario Nazionale
Dott. Marco Merafina, Coordinazione Nazionale Ricercatori Universitari
Esecutivo nazionale ANDU


OGGETTO: Ricercatori Universitari: Obbligo di un numero minimo di ore di didattica?

Nonostante l'ammirevole sviluppo negli ultimi anni dell'autonomia universitaria, della libertà di gestione e di pensiero, non penso che sia una cosa particolarmente positiva che l'Ateneo di Modena e Reggio Emilia nel suo Regolamento Didattico abbia inserito una clausola che prevede l'obbligatorietà di un numero minimo di ore di attività di insegnamento anche per i ricercatori universitari.

Cito, da pagina 18 del Regolamento Didattico:
[http://www.unimore.it/regolamenti/RegolamentoDidattico2007.pdf]

"TITOLO V: Doveri didattici di docenti e ricercatori

Articolo 32: Doveri didattici dei Docenti e dei Ricercatori

1. Le Facoltà, sentiti i singoli Consigli di corsi di studio o Consigli di classe o interclasse, ove istituiti, disciplinano nei loro regolamenti le procedure di attribuzione, anche in considerazione dei diversi ruoli, dei compiti didattici, articolati secondo il calendario didattico nel corso dell'anno, ivi comprese le attività didattiche integrative, di orientamento e di tutorato. sentiti i professori di ruolo e i ricercatori interessati.
2. Per i docenti e i ricercatori il Regolamento di Facoltà, nel rispetto delle indicazioni generali fornite al riguardo dal Senato Accademico, prevede, nell'ambito dell'impegno orario complessivo previsto dalla normativa vigente per le attività didattiche, l'obbligatorietà di un numero minimo di ore di attività di insegnamento (lezioni, esercitazioni, ecc.) che devono essere svolte, nel corso dell'anno accademico, anche articolate in diversi moduli di insegnamento di varie tipologie e durata."

Questo è particolarmente inquietante in quanto lo stesso Regolamento Didattico dice da un'altra parte (cito, da pagina 21):

"Approvazione ed entrata in vigore del Regolamento Didattico di Ateneo

[...]

2. Per tutto quanto non previsto nel presente Regolamento valgono le disposizioni legislative in vigore."

Cosa che sembra anomala, particolamente quando teniamo conto che le disposizioni legislative di fatto in vigore su questo punto dicono (cito primo da DPR 382 del 1980:


[http://cnu.cineca.it/notizie04/compiti.htm]

"Art. 32. Compiti dei ricercatori universitari

I ricercatori universitari contribuiscono allo sviluppo della ricerca scientifica universitaria e assolvono a compiti didattici integrativi dei corsi di insegnamento ufficiali. Tra tali compiti sono comprese le esercitazioni, la collaborazione con gli studenti nelle ricerche attinenti alle tesi di laurea e la partecipazione alla sperimentazione di nuove modalità di insegnamento ed alle connesse attività tutoriali. I ricercatori confermati possono accedere direttamente ai fondi per la ricerca scientifica, sia a livello nazionale sia a livello locale. Essi adempiono a compiti di ricerca scientifica su temi di loro scelta e possono partecipare ai programmi di ricerca delle strutture universitarie in cui sono inseriti. Possono altresì svolgere, oltre ai compiti didattici, di cui al precedente comma, cicli di lezioni interne ai corsi attivati e attività di seminario secondo modalità definite dal consiglio del corso di laurea e d'intesa con i professori titolari degli insegnamenti ufficiali. Possono altresì partecipare alle commissioni d'esame di profitto come cultori della materia. I consigli delle facoltà dalle quali i ricercatori dipendono determinano, ogni anno accademico, gli impegni e le modalità di esercizio delle funzioni scientifiche e di quelle didattiche. Per le funzioni didattiche il ricercatore è tenuto ad un impegno per non più di 250 ore annue annotate dal ricercatore medesimo in apposito registro. Il ricercatore è inoltre tenuto ad assicurare il suo impegno per le attività collegiali negli Atenei, ove investito della relativa rappresentanza. Le predette modalità sono definite, sentito il ricercatore interessato, dal consiglio del corso di laurea, per quanto concerne le attività didattiche, e, per quanto concerne la ricerca scientifica e l'accesso ai relativi fondi, dal Dipartimento, se costituito, ovvero dal consiglio di istituto nel quale il ricercatore è inserito per la ricerca (22)"

Poi, in seguito cito da Legge 158 del 1987: "Disposizioni urgenti per i ricercatori universitari" che converte il DL 57 del 1987):

"2. I ricercatori confermati possono optare tra il regime a tempo pieno e il regime a tempo definito; il limite massimo di impegno per l'attività didattica previsto dall'articolo 32 del decreto del Presidente della Repubblica 11 luglio 1980, n. 382 , è portato rispettivamente a 350 ore ed a 200 ore. La scelta va esercitata con domanda da presentare al rettore almeno due mesi prima dell'inizio di ogni anno accademico. L'opzione obbliga il rispetto dell'impegno assunto per almeno un biennio."

Ma la cosa forse più preoccupante mi pare essere il fatto che il suddetto Regolamento Didattico è anche stato - secondo un messaggio con cui questo Regolamento è stato girato l'altro giorno ai colleghi dell'Ateneo di Modena e Reggio Emilia - approvato sia dal Ministero dell'Università e Ricerca che dal CUN!

Cito dal messaggio ricevuto il 25 ottobre 2007 tramite il mailing list "ricercatori" dall'Ateneo di Modena e Reggio Emilia, firmato da Dott.ssa Raffaella Di Toma, Coordinatore delle Segreterie Studenti, Ufficio Post Laurea, Ufficio Ordinamenti Didattici e Team Esse3, Direzione Didattica e Ricerca:

"il Ministero dell'Università e della Ricerca, su parere favorevole del Consiglio Universitario Nazionale, ha approvato le modifiche al Regolamento Didattico di Ateneo - Parte prima deliberate dai competenti organi accademici nelle rispettive sedute del 24 e 30 gennaio 2007, su proposta della commissione incaricata."

Non mi pare questo un buon esempio di fair play nell'interpretazione "locale" delle norme vigenti a livello nazionale.

O si cambia la legge, o penso che sarà compito del Ministero di chiedere all'Università di Modena e Reggio Emilia di modificare il suo Regolamento Didattico.

Con cordiali saluti


Patrick J. Coppock
Ricercatore Confermato


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Versione .pdf della lettera

Thursday, October 25, 2007

Recent Travels, News and Gossip

Some recent travels, news and gossip:

Thursday October 25 2007


The Trevi Fountain in red -- Economics students, La Sapienza

On Tuesday this week I went down to Rome for half a day to attend a EU FP7 research program orientation meeting organized by the Italian National Agency for EU Research, APRE, and hosted by the School of Economics at the University of Rome, La Sapienza, on the Social Sciences, Economics and Humanities track of the FP7 Cooperation Program. I found the event quite useful, and made a few new contacts there, but I am holding to a fairly long term strategy in this particular connection, as I want to find the right context which our nascent international game philosophy research network could profitably be inserted into before eventually putting together a funding proposal.
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University of Modena and Reggio Emilia

On Wednesday I went in to the main seat of our university at Modena to vote for researcher members of the various commissions responsible for the selection of candidates for five for new tenured postions as researchers in my own disciplinary area M-FIL/05 Theory and Philosophy of Languages.

There are in all five universities involved in this process on this particular occasion: Calabria, San Raffaele (Milan), IULM (Milan), Palermo and Tor Vergata (Rome). As usual I received from the colleagues who are coordinating the selection process on this occasion a list of recommended members to vote for, one for each commission.

Of course, I was free to vote for other members if I wished, but in general one normally just has to trust the judgement of the colleagues who have made these recommendations.
It is positive that there are now being opened up five new tenured positions for university researchers (and in addition, five new positions for associate professors, in which process I, as a researcher, do not take part in) in our disciplinary area, since there have been some very lean years lately here in Italy with very few new positions for researchers or associate professors having been created.

Let us take this as a positive sign for the future, since there really is a crying need for some young blood to be injected into a rapidly ageing academic community here in Italy.

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Dieter Mersch on the impressive University of Potsdam Campus

From Wednesday October 10th to Friday October 12th I was in Potsdam, Germany, at the University of Potsdam Institute for Art and Media (Institut für Kunste und Medien), where I had been kindly invited by Dieter Mersch to take part in an International Fall School in Semiotics, organised in cooperation with the German Semiotic Association (Deutsche Gesellschaft für Semiotik), for which the main theme was "Visualisation: Ecphrasis" ("Visualisierung: Ekphrasis").
There I gave a presentation linking ecphrasis and game experience at an intimate and interesting session on (amongst other things) game space and experience, together with Stephan Günzel and Michel Weber, who were both present at the international conference on the Philosophy of Computer Games that we organised at the end of January this year at Reggio Emilia in Italy, where Stephan also presented a paper.

Here's a link to Stephan's paper that formed the basis for his presentation at the Potsdam seminar: [http://game.unimore.it/Potsdam/Guenzel_Geopolitics_VideoGames.pdf]
While in Potsdam I was also introduced to a couple of board members of the German Semiotic Association, Dirk and Gisela Röller and I was pleased to have made their acquaintance.

Getting to know them provides us with links to some very useful contacts for further European cooperation in semiotics and new media...
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Panoramic view of the Greater Potsdam area

More news from Potsdam:

The Institute for Art and Media at the University of Potsdam will be starting up a new Computer Game Research Center in early 2008.

Michael Weber has been recruited to help get it off the ground, and he will be working to realise this project together with Stephan Günzel and Dieter Mersch, who will be hosting the next international Philosophy of Computer Games conference, 8-10 May 2008 (see below).
The Center will be built up round a collection of about 2000 computer games they received some time ago as a donation from a journalist game-collector colleague of Michael.
Interestingly, in Berlin there is also a national computer game museum and database/archive, and part of the work of the research center will be to work on developing a system of categorisation (an "ontology", if you like) for computer game genres, in collaboration with the national database/archive.
Potdsam, incidentally, is well known as the largest and most active film production center in Germany...

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John Richard Sageng and Anita Leirfall

While in Potsdam, Dieter, Stephan and Michael and I also had a fruitful meeting on Thursday afternoon with our two Norwegian colleagues, John Richard Sageng and Anita Leirfall, who came down to Potsdam specially in order to discuss organizational and other matters regarding the next international Philosophy of Computer Games conference to be held in Potsdam from May 8-10, 2008.

The Program Committee for the conference is at present in the process of putting together a Call for Papers to appear in due course on a new gamephilosophy.org website [http://gamephilosophy.org] (at present under construction)

Tuesday, October 16, 2007

Interesting project: Norwegian Collection of Potential Architecture

This website is quite innovative and worth a visit:

Norwegian Collection of Potential Architecture


















A competition project for a Museum of Modern Art in Warszawa, honorable mention, 2007

Below is an excerpt from the program manifesto for the project:

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Mapping the invisible

Thousands of hours are spent on the unrealised every year, both in the professional sphere and in the academic context. An enormous amount of work is produced presenting a future never to be. This work is often inaccessible, hidden and forgotten in the archives or servers of offices and architecture schools. The questions then become; if examining the unbuilt, can one find other ideas and other values? And how can the unbuilt make contributions to the development of the architectural discipline and to society?

Archigram’s Walking Cities, Koolhaas's Parc de la Villette, Mies van der Rohe's Project for an Office Building in Friedrichstrasse in Berlin, Boullée's Newton's Cenotaph, Le Courbusier's Contemporary City for Three Million Inhabitants and Sverre Fehn's Royal Theatre in Copenhagen are all examples of unrealised projects that have influenced the world in different ways. Never built, but still representing significant contributions to the development of the discipline, of cities and of society.

This is the background for NORWEGIAN COLLECTION OF POTENTIAL ARCHITECTURE. With this project 0047 wants to focus on the half-baked, the promising, the raw and the invisible architecture; Projects that miscarried, went over the top, were turned down by clients or for other reasons never became realised. To have an effect, these unbuilt works need to be made visible. To reach its fullest potential they must be seen, discussed and valued. They must surface and become part of our awareness.

That is why we launch NORWEGIAN COLLECTION OF POTENTIAL ARCHITECTURE, an online collection of unrealised architecture, designed as a collaborative online platform with continuously added projects.

A statistical representation and survey of the collection data will provide insight into this undisclosed realm. By using today’s most influential media, the internet, the project also investigates how architecture can be communicated with the use of user-generated systems, networking, news feeds, online debate and knowledge sharing.

Hopefully, NORWEGIAN COLLECTION OF POTENTIAL ARCHITECTURE can be used as a reference for media, clients, politicians, architects and students and hence contribute to the architectural discourse. Together the unrealised projects can reveal hidden potential and knowledge, and create a better and more complete understanding of the current state of Norwegian architecture.

Sunday, September 30, 2007

Candidatura Senato Accademico

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Cari/e colleghi/e ricercatori e docenti di I e II fascia

Sono ricercatore confermato nell'area disciplinaria M-FIL/05 Filosofia e teoria dei linguaggi, presso il Dipartimento di Scienze Sociali, Cognitive e Quantitative, sede di Reggio Emilia.

Vi scrivo per segnalarvi la mia intenzione di candidarmi quest'anno al Senato Accademico come rappresentante per l'area di scienze umanistiche, politiche e sociali.

La mia candidatura nasce sulla base delle mie esperienze degli ultimi anni nell'ambito della protesta nazionale dei ricercatori contro il DDL Moratti-De Maio a Modena-Reggio, ed in seguito portata avanti con la partecipazione in vari luoghi dell'attività politica, sia a livello locale che nazionale, per discutere e cercare di influire positivamente sullo sviluppo della riforma, ancora in atto e molto importante, del sistema universitario e di ricerca.

Queste esperienze mi hanno fatto capire l'importanza di riformare anche le modalità di governance dell'università. Tra altro sarà necessario tutelare meglio l'eticità della gestione e la comunicazione istituzionale (interna, esterna/ internazionale), e aumentare la trasparenza in tutti i processi decisionali e strategici dell'Ateneo. Questo sarà il modo migliore per creare una partecipazione più attiva e consapevole della vita della comunità universitaria da parte di tutti coloro che sono coinvolti nella ricerca, nella didattica e nella gestione, in particulare delle fasce universitarie tradizionalmente più "deboli": gli studenti e ricercatori, specialmente quelli più giovani in corso di formazione (specializzandi, dottorandi, assegnisiti, ecc.).

Più in generale, penso che i seguenti punti chiave della "missione" - una lista minima, non completa - saranno importante come punti di riferimento per una valutazione continua della qualità delle nostre strategie e pratiche di governance:

- Parità di opportunità e valorizzazione delle diversità;
- Riconoscimento e valorizzazione della molteplicità delle identità culturali;
- Dignità e rispetto per le singole persone;
- Sviluppo di programmi e moduli didattici sull'etica della formazione e della ricerca scientifica;
- Aumento della mobilità nazionale, comunitaria ed internazionale, a tutti i livelli;
- Aumento del numero di donne, giovani e disabili in posizioni di responsabilità;
- Aumento del numero di studenti, docenti e altro personale provenienti da paesi stranieri.

E' mia convinzione che le scienze umanistiche, politiche e sociali avranno un ruolo molto importante nello sviluppo e la valorizzazione della creatività. Esse possono potenziare l'abilità dei singoli, delle istituzioni sociali e culturali e delle aziende di "pensare lateralmente"; ciò significa essere positivamente critici per meglio capire, sfidare, e cambiare, quando necessario, le nostre abitudini e preconcetti culturali, per affrontare in modo innovativo i problemi emergenti, di carattere ambientale, politico, economico, socioculturale e, primo di tutto, etico.

Stiamo ora in mezzo a grandi processi di cambiamenti culturali, politici e sociali sia in Italia che in Europa e nel resto del mondo, connessi tra altro alla globalizzazione delle culture, della società, dell'economia e delle tecnologie di comunicazione, già in atto da parecchi anni. Il mercato del lavoro, e anche il modo di lavorare (e di studiare), stanno cambiando velocemente con la crescità e sempre più ampio diffusione della conoscenza nella società globale.

Per garantire uno sviluppo sostenibile, sia in Italia che nel resto del mondo, è fondamentale guardare indietro nella storia per ricordare le "lezioni del passato", ma non solo. E' anche importante guardare avanti con coraggio e speranza, cercando strade innovative con cui poter affrontare e risolvere nuovi problemi e sfide, ora sconusciuti.

Credo che lo "sguardo" umanistico-politico-sociale sia fondamentale per lo sviluppo di un atteggiamento aperto, libero, etico e prima di tutto relazionale ed interdisciplinare. Questo modo di concepire noi stessi, ed il nostro rapporto con gli altri, è fondamentale se vogliamo valorizzare il merito e l'eccellenza nella ricerca, nella didattica, e nella pianificazione e gestione strategica della communità universitaria per il futuro.

Credo e spero che le mie esperienze transculturali, che derivanno del fatto che ho cambiato paese quattro volte nel corso della vita: dall'Inghilterra, all'Irlanda del nord, alla Norvegia e alla fine qui in Italia, possano essere utili come risorse per il lavoro del Senato Accademico.

Lo stesso riguarda anche le mie competenze specifiche nelle discipline linguistiche, filosofiche e semiotiche.

Se qualcuno di voi ha voglia di parlare con me di persona riguardo la mia candidatura, vi lascio anche il mio numero di telefonino: 338 5070433.

Mi fa piacere sentire i vostri pareri e suggerimenti...

Qui trovete una lista dei miei pubblicazioni, un breve CV ecc.:
http://www.coppock-violi.com/web/Publication/

Il mio spazio web professionale:
http://www.coppock-violi.com/work/

Il mio spazio web personale:
http://coppock-violi.com

Due weblog che gestisco sulla riforma universitaria

THE VOICE OF UNIMORE
http://morattiddl.blogspot.com

unimore.in.form
http://unimoreinform.blogspot.com

Un caro saluto e buon lavoro

Patrick Coppock

Friday, September 07, 2007

Monday, June 18, 2007

UNIBO: PRESIDIO NAZIONALE DI PROTESTA "La sicurezza non è un optional. E' un diritto di tutti",





Ecco alcuni immagini dal PRESIDIO NAZIONALE DI PROTESTA LE INSICUREZZE DEI PRECARI: "La sicurezza non è un optional. E' un diritto di tutti", tenuto lunedì 18 giugno 2007 ore 13-15 - Rettorato dell'Università di Bologna - Via Zamboni 33.

Una cinquantina di giovani/e precari di varie categorie sono entrati al Rettorato alle ore 13 oggi e in assenza del Rettore Pier Ugo Calzolari, sono riusciti a entrare in dialogo con il Pro-rettore per l’innovazione gestionale, prof. Marco Depolo (a destra nella prima immagine, e numero due da destra nella seconda e quarta) e Pro-rettore per gli studenti Prof. Paola Monari. La richiesta principale dei giovani/e precari era l'apertura di un tavolo di lavoro con l'Ateneo sulla sicurezza ed altri problemi connessi al fenomeno, ormai in crescità esponenziale da qualche anno, della precarità dei lavoratori occasionali nell'università italiana.

I precari universitari non sono un gruppo di persone solitamente giovanissime, sono infatti una categoria molto ampia e diversa di configurazione, che include ANCHE tantissimi docenti professionisti a contratto, sensa di cui, il funzionamento di parecchi corsi nelle università non sarebbe possibile.

I due delegati del Rettore hanno dato la loro disponibilità ad essere portavoce per faciltare un'incontro in tempi brevi tra precari ed il Pro-rettore Vicario, Prof. Luigi Busetto

Questo sarà un'opportunità utile per l'Ateneo di fare conoscere meglio, e cominciare a costruire misure e organi istituzionali per gestire nel modo migliore i diversi problemi connessi alla sicurezza sul luogo di lavoro per i lavoratori universitari occasionali. Proporre ed attivare soluzioni ragionevoli per sradicare questi problemi sarà un passo avanti molto importante, anche a livello simbolico, per l'Ateneo di Bologna, il primo in Italia di creare uno suo Codice Etico istituzionale.

I precari, nonostante la loro situazione occupazionale a tempo determinato, hanno naturalmente, come tutti gli altri lavoratori in Italia, il diritto costituzionale di godere di un luogo di lavoro che non presenti rischi per la salute, e che offra un certo livello garantito di servizi sociali e previdenziali.

[Immagine: Patrick J. Coppock]

Thursday, May 31, 2007

[gamephilosophy] Something bizzarre is happening at Bologna University...

From Paolo Ruffino via the gamephilosophy mailing list

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Something very strange is happening at University of Bologna...

It seems that the University is organizing a "find the treasure" game of "Crediti Formativi Universitari" , "university credits".

During the last two weeks Bolognese students have found, hidden in their departments, hundreds of cards worth one credit. The University call centers are getting crazy, the website crashed several times due to the huge amount of downloads.

Every card has a link to the official website:
http://www.unibologna.eu

and here is a video explaining the full story:
http://www.unibologna.eu/www.unibo.it/Portale/videofreecredits.html

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Paolo Ruffino
p.ruffino@gmail.com

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For additional commands, e-mail: gamephilosophy-help@fps.no

Saturday, May 26, 2007

Fem Camp, Bologna May 26th 2007








Live Stream fro FemCamp was by Robin Good TV
Robin Good's You Tube Archive

Photos from the event at Flickr, courtesy of dottavi

femcamp

barcamp per parlare di donne nelle tecnologie e tecnologie delle donne / barcamp to talk about women in technologies and technologies of women

Il FemCamp ha un tema: le nuove tecnologie per valorizzare "le voci, le visioni, le azioni delle donne". Analizziamo insieme, donne e uomini, come svelare i condizionamenti dei comportamenti culturali, messi in atto dalla società, ed evitare la conseguente stereotipizzazione di entrambi i sessi.

Il FemCamp si inserisce nell'ambito del convegno transnazionale "E-WIT" di TechnéDonne, progetto finanziato dall'Iniziativa Comunitaria Equal, che nei due anni di attività ha cercato di contrastare la segregazione professionale femminile nelle ICT, affrontando in maniera innovativa il gender digital divide.

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The FemCamp has a main theme: the use of technology to empower "women’s voices, visions, and actions". We want to analize together, women and men, how to unveil the social construction of cultural patterns our society enforces, and therefore find ways to avoid gender stereotypes.

The FemCamp is part of the transnational conference "E-WIT", organised within the European project TechnéDonne, financed by the EU Equal Programme. Throughout its two years of activity, the project has being fighting women's professional segregation within the ICT field, trying to find innovative strategies to cope with the gender digital divide.

Thursday, May 10, 2007

April 29th 2007: Political demonstration, Istanbul, Turkey

The other week (April 27th to May 1st), while we were in Turkey for a long weekend visit to Istanbul together with our Bologna friends Irene Ruggero and Carlo Coniglio, we had the interesting and inspiring experience of being able to mingle with the enormous crowds of turkish citizens of all age groups, with a very large component of young people, both male and female, who took part in a vast peaceful demonstration in support of a secular state.

The scene above is from a brief gathering with public appeals and speeches held around the Independence Memorial in Taksim Square, high up on the East bank of the Golden Horn.

The Taksim area itself is well worth a visit in any case in order to enjoy the excellent views of the old city center on the other bank of the Golden Horn with the Hagia Sophia, the Blue Mosque and the Topkapi Palace, and then to walk down the lively pedestrian precinct which meanders all the way back down to the waterfront again.

Monday, April 23, 2007

Alcuni riflessioni personali sulla sessione di laurea 19.04

Cari/e colleghi/e

Voglio, per curiosità, condividere con voi alcuni riflessioni personali intorno al funzionamento di certi pratiche comunicativi nella sessione di laurea in Scienze della Communicazione (veccho ordinamento) di giovedì 19 aprile 2007, per cui sono stato membro supplente della commissione, con la presidenza di prof. Stefano Calabrese. Questa laurea appertiene originalmente alla facoltà di lettere e filosofia, e gestita a Reggio Emilia della Facoltà di Scienze della Comunicazione ed Economia, dove per il momento sono ricercatore confermato in filosofia e teoria dei linguaggi.

Ai membri di questa commissione, in cui, per causa di un'altro appuntamento a Modena nel pomeriggo, e in accordo con il presidente, avevo partecipato solitamente fino alle ore 11.30, ci sono stati inviato tre (3) richieste scritti - tra questi, una dal sottoscritto - chiedendo l'attribuzione di un massimo di punteggi, ed eventualmente la lode, presuntivamente per valorizzare istituzionalmente l'ottima qualità del lavoro svolto dagli tre candidati.

Per causa di questo, e come previsto dal regolamento per i tesi di laurea della facoltà di scienze della comunicazione ci sono stati nominati in seguito dalla facoltà due controrelatori per ognuno delle tre tesi: i nostri colleghi prof.ssa Elena Esposito, prof. Nicolò Addario, e dott.ssa Anna Rita Graziani.

La mia perplessità riguarda in particulare il procedimento della discussione delle due tesi con richiesta punti massimi a cui avevo assistito alla mattinata. La prima era la tesi di Maria Pia Chiesi: "Il piano di comunicazione negli enti pubblici: tra retorica e sperimentazione: il caso del Comune di Reggio Emila", per cui il relatore era Prof. Emanuele Gabardi, con Prof. Maurizio Mercurio come correlatore, entrambi professori a contratto, e la seconda era la tesi di Lucia Barbieri: "Dentro lo sguardo: una indagine semiotica sull'enunciazione fotografica e la questione dell'immagine nell'opera di Luigi Ghirri", per cui io ero relatore.

La mia perplessità deriva del fatto che in entrambe di questi casi, quando siamo arrivato al momento del presunto intervento del secondo relatore durante la presentazione e discussione delle tesi, sia prof. Addario che prof.ssa Esposito hanno semplicemente avvisato la commissione di non avere niente di chiedere ai candidati, cosa che devo dire che mi ha sorpresa, anche riconosciendo il loro diritto personale di scelgere a fare così in questa situazione.

A fronte di questa situazione, che per essere onesto, mi pareva un po' anomala, mi sono spinto a chiedermi esattamente che può essere l'utilità e funzione della nomina di un secondo controrelatore se questi soggetti, alla fine, possono liberamente scelgere di non dare un contributo attivo alla discussione tra le laureande e la commissione?

Cercando una risposta, possiamo ipotizzare che magari il loro ruolo sarebbe quello di essere un tipo di "garanti", per assicurare la correttezza delle procedure, e per controllare in qualche modo che le domande poste degli altri membri della commissione erano sufficientemente acuti e penetrante per la determinazione della postulata eccellenza (o non) del lavoro svolto dei candidati, e, poi, di fare una valutazione "qualitativa" delle presentazione orali in aula dei loro progetti di ricerca?

Ma quest'ultimo compito è in fatti quello di tutti i membri della commissione, che ognuno, con il permesso del presidente, possono anche scelgere a fare una domanda ai candidati, se pensano, per esempio, che qualcosa non è stato speigato in modo sufficientemente chiaro.

Poi, sarà il compito del presidente di assicurare la correttezza delle procedure.

Quindi, rimane ancora aperta la questione di perché in questo caso nessun domanda è stato posto ai candidati dei due secondo controrelatori?

Pensando in modo massimamente "cattivo", possiamo semplicemente ipotetizzare che le richieste di massimi punteggi sulla parte dei relatori non sono stato valutato seriemente dalla commissionefin dall'inizio, e quindi, che la nomina dei controrelatori è diventata solitamente un'atto formale "finzionale", per salvaguardare le apparenze istituzionale in confronto al pubblico e le due laureande, per cui l'atto enunciativo della nomina dei controrelatori sicuramente avrebbe creata alcuni aspettativi e speranze.

Se un'ipotesi di genere sarebbe stato verificato, avrebbe dimostrato una considerevole devalorizzazione /a priori/ delle competenze professionali e giudizi valuatativi dei due relatori ed il correlatore che avevano avanzate le richieste di punteggio.

Naturalmente una cosa un po' embarazzante e sgradevole, se vero questo, perché può anche, al peggio, portare il pensiero verso il famoso fenomeno di "mobbing" collegiale al posto di lavoro su cui si sente parlare spesso oggi.

Ma se la situazione è stato in qualche modo verificato di essere così, che non mi pare di essere il caso in questo contesto, sarebbe stato, secondo me, un problema che deve essere portato e trattato in ben altri forum della nostra comunità universitaria, in modo tranqilo e sistematico, come un sintomo di un malore più generale che riguarda la relazionalità interpersonale e la "cura dell'altro" all'interno nella nostra cultura lavorativa ...

Per quanto riguarda il combattimento di questi tipo di fenomeni sgradevoli ci sono, per fortuna, già istituiti da poco le proprie istanze e strumenti istituzionali per disincentivare lo sviluppo e diffusione di comportamenti interpersonali ed amministrativi di natura incivili e distruttivi, dato che questi spesso hanno effetti molto negativi sia sulla vita quotidiana che nelle relazione interpersonali ed istituzionali del ambito lavorativo, causando spesso un calo di prodottività e senso di dissoddisfazione col lavoro sulla parte dei soggetti "perseguiti".

Ma no, la cosa che penso sarebbe stato molto, molto peggio, secondo me, sarà un'ipotesi (naturalmente impensabile, e assolutamente non empiricamente verificabile in ogni caso) che i due controrelatori non avevano neanche letto le tesi in questione, cosa che, se vero, spiegherebbe molto più facilmente perché questi non avevano niente di chiedere ai candidati...

Nel caso in cui questo sarebbe stato verificato come l'ipotesi vincente - cosa che contrasto assolutamente, conoscendo la forte integrità personale e professionale delle due colleghi precedentemente nominati - sarebbe naturalmente stato un sgradevolissimo e scorrettissimo trattamento delle due laureandi in questione, sia dal punto di visto etico che istituzionale.

Un'ultima possibile ipotesi per spiegare il comportamento dei due controrelatori può naturalmente essere che entrambe erano così convinto della indiscutibile ed ecezzionale qualità dei due tesi sotto discussione, che hanno aggiudicato di non essere necessario la loro intervenzione durante la discussione.

Ma quest'ultima ipotesi non è stato verificato da loro raccomandazioni di punteggio alla commissione durante la valutazione interno finale.

Quindi alla fine, almeno per me (e apprezzerò eventuali commenti personali da voi altri colleghi su questo punto), rimane sempre la preoccupazione che la mancante partecipazione dei controrelatori nella discussione di questi tesi può essere stata interpretata in modo negativo, non solo dal pubblico, ma, e ancora peggio, dalle due laureande in questione.

Dico questo particolarmente perchè che so molto bene che entrambe questi persone, che conosco personalmente da tanto tempo, hanno messo tanta energia e coinvolgimento nel loro lavoro di ricerca e di scrittura. Ma non solo: so anche che entrambe di loro hanno lavorato tanto (una a proprio pieno tempo) durante i loro studi universitari, e anche durante il lungo percorso finale verso la stesura della tesi, cosa che, nei miei occhi, aumenta ancora di più la qualità e merito "empirico"/ oggettivo delle loro prestazioni, che, solo in parte, sono stato riconosciute e verificate dai voti finali concessi ad entrambe candidate dalla commissione.

Chiudo ora, quindi, questi miei riflessioni "pubblici" con un caldo ringraziamento a tutti interessati per la vostra attenzione, sperando che "l'esposizione" del mio pensiero così, in modo "ipotetico" e speculativo, può aver motivato anche alcuni riflessioni vostri - ma primo di tutto di aver contribuito di facilitare una continua "conversazione" tra noi, sempre più ampio ed aperta per quanto riguarda le questioni spesso molto impegnativi come: "chi valuta chi?", "che cose valutiamo?" e "come faremo la valutazione?" nel, e DEL sistema complessivo di alta formazione e ricerca in Italia.

La questione della valutazione e il graduale sviluppo della qualità nel nuovo mondo che l'università e la ricerca stanno a fronte qui in Italia ed in Europa, è un oggetto di ricerca molto complesso in se stesso, e di grandissimo rilievo politico, economico e sociale per il paese, e per la comunità scientifica europea/ internazionale in generale, che, per ottenere il massimo effetto positivo, in termini di una svolta significante verso una propria "cultura della qualità", richiederà una continua partecipazione massicia ed attiva di TUTTI possibili "stakeholders" appartenenti alla comunità di università e ricerca: i colleghi, i studenti, le loro famiglie e tutta la società civile - di tutti tipi e genere di soggettività sociale, di tutti soggetti istituzionali, convinzioni religiosi, politici, disciplinari e personali ...

Un caro saluto e buo lavoro, e mi scusi per favore per tutte le miei eventuali carenze particolari, non solo quelli di carattere linguistica ... ma anche altrimenti ...

Buona domenica a tutti

Patrick

Saturday, April 14, 2007

Space Doctors: Applied Semiotics in international business and marketing

For those of you who happen (erroneously) to believe that Semiotics is only "pure theory", and incomprehensibile at that, here are a few links to UK based people and their advertising/ marketing consultancy agencies that over the last ten years or so have managed to show that semiotics can very successfully be applied to the development and analysis of international marketing and advertising strategies, and in so doing, win accept and widespread acclaim for this particular type of approach in mainstream business, marketing and advertising environments.

After having worked previously for the internationally renowned UK-based marketing semiotics consultancy Semiotic Solutions, pioneered by Virginia Valentine and associates in the 1990's, and also for the equally well known and respected international consortium Added Value Company, Malcolm Evans and a number of other younger colleagues have recently started up a new semiotic marketing research agency based in the UK that goes by the name of "Space Doctors"...

If you want to find out more about who they are and what they do, go and visit their website, where you will find some examples of their work and a number of downloadable academic papers that present and discuss their conceptions of semiotics, and the various approaches and methodologies they have developed and applied in relation to a number of key case studies.

Tuesday, March 13, 2007

European Youth Media Days 27-30 June 2007

This came in today, and looks as if it could be interesting:

The EUROPEAN YOUTH MEDIA DAYS (EYMD), taking place 27. - 30. June 2007, will be a highly participant-driven event, set inside the European Parliament. We expect around 400 young Europeans to come to Brussels. They can be young journalists, editors, bloggers or just normal people like you and me, who are interested in creating media together on a European level.

The EYMD will be an unique event covering the topics of European politics, European media and European lifestyle. During the event, participants will meet professional journalists, commissioners and members of the European Parliament and get the unique chance to ask questions and create media themselves in several workshops.

The main project website will apparently be operative from the beginning of April:

http://www.youthmediadays.eu/
http://www.youthpress.org/

Friday, January 19, 2007

Reggio Emilia 25th to 27th 2007: The Philosophy of Computer Games:



The Philosophy of Computer Games:
An Interdisciplinary Conference


January 25th to 27th 2007

University of Modena and Reggio Emilia
Department of Social, Cognitive and Quantitative Sciences
42100 Reggio Emilia
ITALY

Dear Friends, Colleages, Students

This is the second announcement for the international conference "The Philosophy of Computer Games. An Interdisciplinary Conference", to be held at the Department of Social, Cognitive and Quantitative Sciences, Ex-Caserma Zucchi, Viale A. Allegri 9, Reggio Emilia from the 25th to 27th of January 2007

The purpose of the conference is to initiate an investigation into philosophical issues that is relevant to current research on computer games.

More detailed information is available on the conference website.
http://game.unimore.it

We hope to create a lively, informal and first and foremost interdisciplinary atmosphere, and you are cordially invited to attend and take part in the discussions.

A flyer for the event is enclosed with this mail, and we ask you to kindly circulate this, and otherwise publicise the event for those you know who may be interested in attending.

The whole conference has been recorded for web broadcasting and an edited video version is now available at http://tv.unimore.it

Registration may be carried out by sending an e-mail to olav.asheim@ifikk.uio.no.

There is no conference fee.

Welcome to Reggio Emilia!

Patrick Coppock
Locally Responsible in Reggio Emilia for the Organising Committee

Conference Programme

Thursday 25th
COMPUTER GAME ENTITIES

10.00 Registration

11.00 Introduction

11.10 Fictional, Simulated, Real: Towards an Ontology of Game Objects
Professor Espen Aarseth, Center for Computer Games Research, IT University of Copenhagen, Denmark

12.00 Lunch

13.30 The Reality of Game Objects
Ph.d. candidate John Richard Sageng, University of Oslo, Norway

14.00 Gaming as an Aide to Metaphysical Speculation
Richard Clarkson, University of Durham, UK

14.30 The Temporality of Gaming
Associate professor Hallvard Fossheim, University of Oslo, Norway

15.00 Break

16.00 Is our Actual World Interactive: Some Philosophical Reflections about Videogaming and Life
Ph.d. candidate Dario Compagno, University of Siena, Italy

16.30 The Ludic Parenthesis
Professor Olav Asheim, University of Oslo, Norway


Friday 26th
PLAYER EXPERIENCE


10.00 Videogames, Fiction, and Reality
Visiting Assistant Professor Jonathan Frome, School of Film and Digital Media, University of Central Florida, USA

10.30 On The Phenomenology of Virtual Worlds
Ph.d. candidate Tarjei Mandt Larsen, University of Tromsø, Norway

11.00 The Irreducible Self. Image Studies of First Person Perspective Computer Games
Dr. Stephan Guenzel, Friedrich-Schiller-Universität Jena, Germany

11.30 Visual Perception, Motor Action, and the Video Game Experience
Assistant Professor Ole Ertloev Hansen, VR Media Lab, Aalborg Universitet, Denmark

12.00 Lunch

13.30 Goals, Affects, and Empathy in Games
Research Assistant Petri Lankoski, Media Lab, University of Art and Design, Helsinki, Finland

14.00 Feeling So Real – a Phenomenological Exploration of the Realities of Emotions in Play
Olli Leino, Researcher, Dr. of Art candidate, Faculty of Art & Design, Dept. of Media, University of Lapland, Finland.

14.30 Ludic Reality: a construct for analysing meaning-mapping and epistemology in play
Dan Pinchbeck, Senior Lecturer, Department of Creative Technologies, University of Portsmouth, UK

15.00 Break

16.00 Virtual Consciousness and the Imaginary: A Phenomenological Sketch
Assistant Professor Nicolas De Warren, Wellesley College, UK

16.30 "Gamescapes": Spatial Orientation Without Physical Objects.
Associate Professor Anita Leirfall, University of Bergen. Norway

17.00 Virtual Realism: Player, Perception and Action in Video Game Play
Hanna K. Sommerseth, Graduate School of Literatures, Languages and Cultures, The University of Edinburgh, Scotland

17.30 Playing Dress-Up: Costumes, roleplay and imagination
Ludica: Janine Fron, Independent Artist/Designer, Tracy Fullerton, University of Southern California, Jacquelyn Ford Morie, University of Southern California, Celia Pearce, Georgia Institute of Technology (presenter)


Saturday 27th
THE ETHICS OF COMPUTER GAMES

10.00 Gamers and the Good Life
Adam R. Briggle, The VICI Research Project: The Evaluation of the Cultural Quality of New Media, Department of Philosophy, University of Twente, Netherlands

10.30 Computer Games and Reality: Transworld Identities
Patrick Coppock, Researcher, Department of Social, Cognitive and Quantitative Science, University of Modena and Reggio Emilia, Italy

11.00 Virtual Ethics: The Ethics of Virtual Worlds
Edward H. Spence, The VICI Research Project: The Evaluation of the Cultural Quality of New Media, Department of Philosophy, University of Twente, Netherlands

11.30 Targeting the Kids: Computer Games as War Propaganda
Rune Ottosen, Oslo University College, Norway

12.00 Lunch

13.30 Severe Pain or Suffering: Videogames, Morality and Torture
MSc Student Peter Rauch, Comparative Media Studies. M.I.T., USA

14.00 Ethics and Practice in Virtual Worlds
Ren Reynolds

14.30 Instrumentalism and the Ethics of Videogame Play: The Tactical Iraqi Controversy
Writing Director Elizabeth Losh, University of California, USA

15.00-16.00 Closing Session