Thursday, October 14, 2004

Notizie dalla Republicca Online di oggi

Una protesta a macchia di leopardo, ma un disagio diffuso
"In gioco ci sono la libertà della ricerca e delle docenze"


Lezioni bloccate all'università
I ricercatori: "Seguiamo la legge">
<"Non siamo pagati per l'attività di docenza e per gli esami"
Un movimento nazionale che coordina le iniziative via internet

di CRISTINA NADOTTI

La facoltà di Giurisprudenza
all'Università di Roma
 
ROMA - Non vi aspettate striscioni eclatanti, assemblee affollate, slogan. Nei viali tra gli edifici delle facoltà e nelle aule magne degli istituti, a La Sapienza a Roma, come nella maggior parte degli atenei in tutta Italia, non ci sono sit-in o manifestazioni, ma ciò non vuol dire che l'università stia funzionando come dovrebbe ad avvio anno accademico. La protesta contro il disegno di legge delega Moratti è composta e raffinata, ma il disagio, profondo e diffuso. Roma è solo uno dei più grandi tra gli atenei, la punta dell'iceberg del sistema universitario italiano, un sistema che ovunque sta manifestando le sue preoccupazioni per l'ennesima riforma.

Infatti si bussa a una porta della facoltà di geologia, a Roma, ma il ricercatore che non si fa pregare per parlare ha accento del Nord e sottolinea subito che dà voce alle osservazioni di un movimento nazionale, che coinvolge ogni parte dell'università, professori, assegnisti di ricerca e dottorandi, e ha trovato in internet il sistema migliore di coordinamento: "Il nostro non è uno sciopero - conferma Eugenio Carminati, ricercatore nel dipartimento di scienze della terra - perché vogliamo sia chiaro che non si tratta di una rivendicazione corporativa".

Segue...