Sunday, October 10, 2004

Partecipo nella protesta dei ricercatori italiani contra il DLL Moratti De Maio

Come uno dei eletti rappresentanti dei ricercatori della Facoltà di Science della Comunicazione e Economia avevo deciso all'inizio della settimana scorsa - dopo un processo decisionale molto lungo e tormentato - di partecipare pienamente nella protesta dei ricercatori italiani contra la riforma dell'università italiana prevista del DLL Moratti De Maio.

Avevo segnalizzato questo consegnando mercoledì scorso al Rettore dell'Ateneo di Modena e Reggio Emilia, Giancarlo Pellacani e il Preside della mia facoltà, Riccardo Ferretti una lettere in cui dichiaro di non accettare incarichi di titolarità e supplenza per l'anno accademico 2004-2005.

Una copie della mia lettere e altri documentazione per quanto riguarda l'attività di protesta a Modena e Reggio Emilia si trova al seguente pagine:

Pagine dell'Università di Modena e Reggio Emilia

La pagine sopra fa parte del sito nazionale della protesta dei ricercatori, costruita nell'ambito web TWiki - una piattaform per la collaborazione e coordinazione di ogni tipo di attività a distanza.

Chiedo a tutti i miei colleghi ricercatori, associati e docenti e particolarmente coloro della mia area disciplinaria M-FIL 05 - Teoria e filosofia del linguaggio di essere solidali con la mia presa di posizione, e anche di prendere una posizione chiara in questa fase di lotta importantissima, e anche, secondo la loro convinzione personale, di partecipare attivamente nella protesta nel modo in cui pensano di essere ragionevole ed utile.

Non dovrebbe essere necessaria di dire che sarà strategicamente molto importante in questo momento che nessuno dei miei colleghi sono disponibili ad acettare supplenze a titolo gratuito (o a pagamento) per sostituirmi nei corsi di semiotica e (un modulo di) semiotica del testo per cui ho dichiarato di non accettare incarichi di titolarità e supplenza per l'anno accademico 2004-2005.

Vedete qui le recente notizie sulla protesta dei ricercatori contra la riforma e il decreto di legge Moratti - De Maio dalla Corriera della Sera (Milano),
7 ottobre 2004

I docenti respingono il disegno di legge governativo

Università: protesta contro la riforma Moratti

Blocco delle lezioni in 23 atenei, manifestazioni in Veneto e a Roma: si va verso lo stop delle attività accademiche

ROMA - Cresce la protesta dei ricercatori universitari contro la riforma Moratti. E manifestazioni di protesta si sono svolte in diverse città italiane. In 23 atenei di tutta Italia da alcuni giorni si sono sospese le lezioni. «Il disegno di legge sulla riforma universitaria minaccia il futuro dell'università pubblica, la sua qualità quindi il futuro del Paese. Condivido e appoggio le modalità di questa protesta». Così si è espresso il prorettore dell'Università La Sapienza, Gianni Orlandi, nel corso della manifestazione di protesta contro la riforma Moratti, tenutasi davanti al maggiore ateneo capitolino. Alla manifestazione partecipano circa 500 persone tra docenti, ricercatori, precari e studenti, che si alternano al megafono per i rispettivi interventi. Anche a Roma, come in alcuni altri atenei italiani, le attività didattiche sono sospese fino all'11 ottobre. «Non si tratta di una mobilitazione corporativa dei professori per ottenere dei privilegi - ha commentato Orlandi - Chiediamo al Parlamento di ritirare questo disegno di legge e di impegnarsi per maggiori investimenti nell'università. Credo che questa mobilitazione abbia aperto varchi non solo nell'opposizione ma anche nella maggioranza», ha concluso. Il Senato accademico è riunito per discutere proprio del «problema dei ricercatori».

VERSO STOP ATTIVITA' ACCADEMICA - Rincara la dose Pier Ugo Calzolari, rettore dell'università di Bologna che spiega, «entro fine mese riunirò tutto il mondo accademico bolognese per discutere questa falsa riforma». Calzolari è deciso nella sua critica alle recenti decisioni del governo in materia di università e inquadramento dei ricercatori negli atenei. «La Crui (la conferenza dei rettori delle università italiane) ha varato un documento vibrante contro queste scelte che, limitando i finanziamenti, penalizzano la ricerca. Sono poi proprio i ricercatori, una figura, capite bene, fondamentale per gli atenei italiani, che non vengono neanche riconosciuti». Calzolari annuncia poi la mobilitazione del mondo accademico (docenti, ricercatori e rappresentanti degli studenti), con il probabile conseguente fermo dell'attività accademica in tutta Italia.

Altri notizia dalla rassegna stampa sul sito della protesta